Documento senza titolo

3a edizione
2011

Anteprima
2009

1a edizione
Luglio - Agosto 2007

Documento senza titolo
Le Sezioni

Il Caldo Vento dell'Africa

  Un'interpretazione del paesaggio
  Visioni d'Oriente
  Uno Sguardo alla Storia
  Not for all
(non solo nudo...)
  Giovani
Ospiti
Attività
Pietanze
Percorsi Musicali da diverse tribù
Periodo Espositivo
Luglio-Agosto
Sedi Espositive
Aieta
Grisolia
Maierà
Orsomarso
S.Domenica Talao
Verbicaro
Con il patrocinio
Lynn Bianchi (Usa)
Silver print-vintage
“Cariatide IV”, 1999
Jeff Dunas (Usa)
Silver print-vintage
s.t., 1990
Viera Slàvikova (Cssr)
Silver print-vintage
Nudo femminile s.d.
Prabuddha Das Gupta (India)
Silver print
Indian women, 2002
Heinz Hajek-Halke (D)
Silver print, vintage
Nudo-doppia esposizione, 1950
Wladislaw Pawelec (PL)
Silver print, vintage
Nudo,
1990
Jan Berdak (PL)
Silver print, vintage
“fantom 4”,1973
Franco Fontana (I)
Radiance kodak
s.t., 1989
William Ropp (Fr)
Silver print-vintage
s.t.
Fulvio Roiter (I)
Silver print, printed
later
Nudo, 1950
Giuseppe Pino (I)
Silver print, vintage
“Usa 1975”
Arno Rafael
Minkkinen (Usa)
Silver print, vintage
Autoritratto 1973
Hideki Fujii
(Giappone)
Printed later
Anni ‘70
Lucien Clergue (Fr)
Cibachrome
“nudo sotto le
stelle”,1982
Christian Vogt (Ch)
Silver print toned
“Basel, 1975”
Lola Alvarez Bravo
(Mex)
Silver print, vintage
s.d.
Ken Damy (I)
“Pamela”, 2003
lambda print
Jean Janssis (Bl)
Stampa alla gomma bicromata
Nudo maschile con fiori s.d.
Rafael Navarro (E)
Silver print
“serie: le forme del
corpo”, 1996
Joyce Tenneson (Usa)
Polaroid 50/70
1988/89
Flor Garduno (mex)
Silver print
“El mundo”
2001
Clinio Giorgio Biavati
(I)
“serie:ALTIS il mito
impuro”
2006

COURTESY MUSEO KEN DAMY

Dal volto al corpo nudo è l’immediato percorso che compie la fotografia ai suoi esordi.
Il ritratto è il primissimo impiego commerciale ed erotismo e pornografia si sovrappongono in termini cronologici. Come dire che inventando lo strumento per fissare le sembianze, di conseguenza nasce la necessità di appagare lo sguardo sull’intimità. Sapere e conoscere. Guardare e conoscere.
Il proibito del costume di un’epoca, in un certo senso, diviene lecito attraverso l’immagine democratica, la fotografia.
Bassi costi e, subito dopo, riproducibilità che abbatte ancora di più il prezzo da pagare.
Ed è del tutto naturale che dal volto si sia passati al corpo, quasi senza stadi temporali: il volto nudo e il corpo vestito conversano fra di loro e si pongono in contrapposizione dialettica nei confronti di chi li guarda.
Bisogna scoprire cosa c’è sotto e diviene di insignificante attrazione ciò che si rivela a tutti, almeno nelle società occidentali.
Ed all’inizio, la fotografia, per aver osato di svelare l’inviolabile cerca delle giustificazioni
strumentali: nudo per artisti, studio anatomico, indagine scientifica…e la pornografia che
non ha bisogno di scuse per esistere, risponde ad un’esigenza primordiale (sesso); componente dell’essere e della sopravvivenza.
Ed una volta ancora si scopre che la fotografia non ha inventato niente sotto il profilo dell’oggetto della rappresentazione: nudi e raffigurazioni erotiche sono antiche quanto la storia del mondo ed attuali quanto lo sono le immagini che ogni secondo ci bombardano da pagine stampate, video, cinema.
Semmai, la fotografia ha reso tutto più semplice, immediato, popular-fruibile, pregnante,
indagato, diffuso a quanti altri aggettivi si possono adattare ad un sistema che comunque è rivoluzionario…
…grandi artisti della fotografia si sono dedicati al nudo maschile: Minor White, Holland
Day, Gorge Platt Lynes, ed altri che hanno utilizzato il corpo dell’uomo per indagini diverse, come Duane Michals e Atrhur Tress.
In realtà, però, il nudo ormai accettato e diffuso fino alla nausea estetica, concettuale è quello femminile che da sempre trionfa, in fotografia e non. E prima con l’astuto espediente dell’allegoria e, poi, in fotografia con la scusa della ‘forma’.
Avete mai letto che Edward Weston fotografava le donne nude - nella maggioranza diventate sue amanti - perché gli piacevano da impazzire?
Non è malizia supporre che la fotografia, per lui, era l’equivalente ‘della collezione di farfalle’.
Lusingate dall’attenzione del maestro cadevano facili prede. Leggerete, invece, sempre ed ovunque che la sua era una ricerca formale, sublimando una naturale verità in un gesto intellettuale.
Più limpido Stieglitz che non nascose la tensione passionale nel riprendere in centinaia di
immagini Georgia O’Keffe e moltissime di quelle fotografie sono ancora tenute segrete, troppo intime. E si ripropone ancora il confine labilissimo fra nudo estetico ed estetizzante, erotismo e pornografia che alla fine e nella maggioranza dei casi, è soggettivo.
L’erotismo degli Sunga (le stampe giapponesi pre-invenzione della fotografia) per noi entra nella categoria ‘pornografia’, eppure all’epoca erano parte dell’arredo domestico.
Come i bassorilievi e le sculture di certi templi indiani che non sono nemmeno destinate ad un ambito privato, sotto gli occhi di chiunque è nella strada, illustrando gli amori e i piaceri sessuali degli dei e con inequivocabile risultanza di realistica precisione.
Allora è forse più corretto spostare l’accento sulla rappresentazione nelle aree geo-culturali, piuttosto che innestare l’irrisolvibile questione del lecito e dei limiti del nudo, e dei suoi annessi e connessi…
…Non vi è da meravigliarsi se l’era del nudo quale pura forma stà per concludersi, il corpo nudo ormai è visione quotidiana dai giornali, alla tv, al cinema, dai cartelloni stradali alle locandine sui tram.
Semmai è l’uomo che non è stato ancora sufficientemente sfruttato, avrà un futuro quale oggetto da esplorare in superficie.
Giuliana Scimé
(dal catalogo 100 nudi edizioni del museo ken damy)